Facile Ironia
Nopinion Leader
Arriva sempre un momento nella vita in cui vorresti dire: “si…però basta!”. Non importa cosa tu stia facendo, vedendo, ascoltando, subendo, o toccando, ma le cose non possono durare in eterno e chi, in vita sua, ha avuto un pesce rosso, lo sa molto bene.
Qualche giorno fa, girovagando virtualmente tra le bacheche dei miei amici di Facebook, che per il 75% sono persone a me ignote, mi sono imbattuto in un’immagine che mi ha fatto letteralmente andare fuori di testa. Qualcuno aveva condiviso, per l’ennesima volta e senza un briciolo di originalità, un post sarcastico ai danni del povero Tonio Cartonio. Ora, il giovane attore che nel lontano 1999 ha firmato la sua condanna, iniziando a lavorare alla Melevisione, non ha ancora espiato la sua colpa? Dopo tutti questi anni deve continuare a essere vittima d’ironia spiccia e gratuita? Come si può ancora ridere alle spalle del folletto bibitiere più furbetto di tutto il Fantabosco? Per Tonio, e per tutti quelli come lui, oggi dobbiamo gridare ad una solo voce si…però basta! Basta con la facile ironia, quella scontata e diffusa, di cui abusiamo ogni volta che vogliamo strappare un sorriso al nostro interlocutore. Basta fare battute sempre sulle medesime cose e prendere di mira i soliti personaggi o atteggiamenti.
Basta ironizzare su Barbara d’Urso. Troppo semplice strappare un sorriso parlando male delle sue interviste senza spessore, delle sue faccette utilizzate come emoticons o della sua naturale avversione al giornalismo di qualità. Barbara d’Urso non fa ridere, non più. Troppo semplice ironizzare su Giovanni Mucciaccia, un povero ragazzo che oltre ad essere nato con un cognome improbabile ha deciso di complicarsi la vita diventando il miglior amico di forbici dalla punta arrotondata e colori acrilici (che nessuno, poi, ha mai capito cosa siano). Basta fare battute scontate su chi si fa troppi selfie (che infondo gli autoritratti se li facevano pure i pittori) o su chi in ogni foto viene sempre con la stessa espressione, festa, parco, disco, funerale, auto, cesso: sempre uguale.
Da oggi non si potrà più fare ironia spiccia sullo scarso self-control di Britney Spears, che i capelli le sono già ricresciuti da un pezzo, e neppure sui look di Lady Gaga, perché tutto sommato c’è chi si veste molto peggio. Basta scherzare su chi porta i leggings come se fossero pantaloni o su quelle ragazze che, per il solo fatto di essere arzille, escono di casa dimenticandosi pure quelli. Lasciamo stare lingue, martelli, calze, Miley Cyrus e nessuno tiri in ballo neppure le labbra di Alba Parietti, perché sono grosse “si…però basta!”. Tiziano Ferro scrive testi incomprensibili, si sa, e con questo? Vogliamo continuare a fare battutine sulla geometria degli angoli nascosti i nostri? Guai anche a chi si azzarda a scherzare sulle foto delle carte d’identità, perché, grazie, lo sappiamo tutti che siamo venuti male. Vi pregherai anche di smetterla di citare gli slogan pubblicitari, in frasi a vanvera e del tutto fuori contesto, giusto per fare un po’ i simpatici. Beh non lo siete, anzi vi piace soltanto vincere facile.
Potrei andare avanti ancora per molto, ma mi fermo, perché credo che il problema sia ormai chiaro: il gusto delle nostre risate è in pericolo. Tutto sta perdendo il suo sapore e il suo colore. Siamo sempre più abituati a mangiare insalata sbiadita, ormai convinti che sia il nostro piatto preferito. Questo perché viviamo in un mondo dove tutto è realizzabile, raggiungibile, semplice. Comunicare con una persona dall’altra parte del globo? Facile. Spostarsi velocemente da una città ad un un altra? Facile. La tua vicina di casa? Facile. In un mondo dove impossible is nothing è diventato il motto di un’intera popolazione, salviamo almeno le cose importanti e diciamo insieme basta alla facile ironia.
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