Tutti fanno la cacca
Nopinion Leader
Sarebbe un vero peccato non fare tesoro anche oggi di quell'insegnamento così fisiologicamente corretto che i miei genitori cercarono d'insegnarmi fin dalla più tenera età. Ora che sono grande, infatti, posso cogliere fino in fondo il messaggio che si nasconde dietro quelle semplici parole, quel potere speciale che è racchiuso nella sostanza molliccia che viaggia a gran velocità fra le montagne russe del nostro intestino: l'uguaglianza. Proprio così, la cacca è il più grande equalizzatore sociale che esista al mondo, il prodotto più potente che ci fa riscoprire tutti di un'unica identità.
Bianchi o neri: la facciamo tutti marrone. Europei o asiatici: la facciamo tutti maleodorante. Belli, o brutti, intelligenti o stupidi, magri o grassi: sulla tavola del cesso siamo tutti uguali. Pensare che, sia Salvini che un immigrato se mangiano male o prendono freddo al pancino fanno entrambi la cacchetta a spruzzo per un giorno interno, mi da un certo senso di pace interiore. Alla cacca, infatti, non importa che tu venga dal nord o dal sud, che ti piacciano gli uomini o le donne, che tu sia pelato o riccioluto, cristiano o mussulmano, fan dei Queen o dei One Direction: le differenze scompaiono fra le quattro mura del bagno e si riducono a semplici sfumature di marrone.
Che tu ne faccia tanta o poca non è importante, perché tanto, prima o poi, tutti ci troviamo a dover tirare lo sciaquone e usale lo scopettino per cancellare le traccie dal water. Non conta neppure quello che mangi, il lavoro che svolgi, le idee che hai o quanti soldi tieni dentro il salvadanaio. Carnivori e vegani, muratori e dirigenti d'aziende, ricchi e poveri: lo stimolo arriva a tutti.
Quando ci sentiamo inadeguati, diversi, fuori luogo, quando tutti ci sembrano più belli, più simpatici e più intelligenti di noi, insomma, ogni volta in cui ci reputiamo "meno" degli altri, non facciamoci bloccare dalla paura del giudizio, ma ricordiamo sempre che tutti fanno la cacca.
La mia mamma me lo diceva sempre da piccolo ogni volta che, per esempio, la paura per qualcuno prendeva il sopravvento: "Nico, pensa che anche la maestra fa la cacca" e improvvisamente la severa insegnante dai capelli rosso fuoco smetteva di sembrarmi così terribile. Anche il mio papà me lo ricordava ogni volta che mi vergognavo di fare i miei bisogni nel bagno della scuola: "Nico, pensa che tutti i bambini fanno la cacca" e così quelli di quinta elementare che solitamente mi sembravano grandi e grossi smettevano per un pochino di farmi soggezione quando li incontravo nel corridoio che portava al bagno.
Sarebbe un vero peccato non fare tesoro anche oggi di quell'insegnamento così fisiologicamente corretto che i miei genitori cercarono d'insegnarmi fin dalla più tenera età. Ora che sono grande, infatti, posso cogliere fino in fondo il messaggio che si nasconde dietro quelle semplici parole, quel potere speciale che è racchiuso nella sostanza molliccia che viaggia a gran velocità fra le montagne russe del nostro intestino: l'uguaglianza. Proprio così, la cacca è il più grande equalizzatore sociale che esista al mondo, il prodotto più potente che ci fa riscoprire tutti di un'unica identità.
Bianchi o neri: la facciamo tutti marrone. Europei o asiatici: la facciamo tutti maleodorante. Belli, o brutti, intelligenti o stupidi, magri o grassi: sulla tavola del cesso siamo tutti uguali. Pensare che, sia Salvini che un immigrato se mangiano male o prendono freddo al pancino fanno entrambi la cacchetta a spruzzo per un giorno interno, mi da un certo senso di pace interiore. Alla cacca, infatti, non importa che tu venga dal nord o dal sud, che ti piacciano gli uomini o le donne, che tu sia pelato o riccioluto, cristiano o mussulmano, fan dei Queen o dei One Direction: le differenze scompaiono fra le quattro mura del bagno e si riducono a semplici sfumature di marrone.
Che tu ne faccia tanta o poca non è importante, perché tanto, prima o poi, tutti ci troviamo a dover tirare lo sciaquone e usale lo scopettino per cancellare le traccie dal water. Non conta neppure quello che mangi, il lavoro che svolgi, le idee che hai o quanti soldi tieni dentro il salvadanaio. Carnivori e vegani, muratori e dirigenti d'aziende, ricchi e poveri: lo stimolo arriva a tutti.
Ogni giorno nel mondo intero vengono prodotte così tante feci, che potremmo sepellire tutti gli odi, dissapori, rivalità e conflitti che cerchiamo, invece, con tanto impegno di creare. Ci raccontano che la cacca è una cosa brutta, un tabù, una rifiuto di cui non si può parlare e che va nascosto, quando invece se ci ricordassimo ogni giorno che siamo soltanto degli esseri defecanti, forse troveremmo anche il coraggio di essere un po' più umani (per la gioia di Marco Mengoni).
Mi stupisco che nella bandiera della pace non ci sia il color marron merde, forse l'unica tonalità che nelle più acute diversità ci fa riscoprire tutti tremendamente uguali. Allora, mie care Miss, voi che da sempre siete impegnate in prima line nella salvaguardia della pace nel mondo, posate le fasce e andate di corsa in bagno, forse proprio lì riuscirete a realizzare i vostri più nobili ideali.
Mi stupisco che nella bandiera della pace non ci sia il color marron merde, forse l'unica tonalità che nelle più acute diversità ci fa riscoprire tutti tremendamente uguali. Allora, mie care Miss, voi che da sempre siete impegnate in prima line nella salvaguardia della pace nel mondo, posate le fasce e andate di corsa in bagno, forse proprio lì riuscirete a realizzare i vostri più nobili ideali.
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