Biscotti sul treno
Sudata e trafelata salto sul treno per tornare a casa, per fortuna non è l'ora di punta e con facilità trovo un sedile libero. Di fronte a me una signora dai capelli rossi con un Adelphi sulle ginocchia e tre valigie, che impilate l'una sopra all'altra la supererebbero di almeno 1 m in altezza. Mi guarda e sorride, rapidamente ricambio il sorriso. Dalla tasca laterale di uno zainetto color cuoio estrae un pacco di biscotti integrali:
<Ne vuoi uno?>
(Giuro che non la stavo fissando come un gatto quando sente il rumore dei croccantini)
<No, grazie!>
(Volevo dire "sì", mannaggia! Questo è un riflesso condizionato dell'insegnamento ricevuto durante l'infanzia di rifiutare le caramelle dagli sconosciuti)
Nonostante il rifiuto questo gesto gentile mi ha fatto nascere questa piccola e, forse, scontata considerazione: quante volte siamo affabili solo per il piacere di esserlo?
È il gusto dell'azione disinteressata che ci lascia un buon umore più duraturo che non il regalo fatto per la ricorrenza o l'invito per ricambiarne uno precedente.
Oggi ci si stupisce quando qualcun altro è gentile con noi quando la situazione non lo richiederebbe, la signora dai capelli rossi avrebbe potuto semplicemente continuare a leggere il suo Adelphi senza sorridermi od offrirmi nulla.
Sono cose che potrebbero capitare molto più spesso se ci lasciassimo più andare a quei moti spontanei che fanno dell'uomo il VERO ANIMALE SOCIALE di Aristotele.
Vuoi offrire un biscotto ad una sconosciuta che t'ispira simpatia? AGISCI SENZA PENSARE perché quell'attimo speso a riflettere sta già rovinando la purezza dell'offerta.
E ricordiamoci sempre che: "La vita è un biscotto ma se piove si scioglie".
Un gentile martedì a tutti :*
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