L'importanza della lentezza
Ho comprato un libro dalla sezione “ragazzi” della Feltrinelli: Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, di Luis Sepúlveda. Non ho potuto resistere: una lenta lumaca protagonista di un racconto? Ero certo che sarebbe diventata in breve tempo la mia fiaba preferita.
La lumaca è sempre stata il mio animale guida, anche se non me ne ero mai reso conto prima di capitare davanti alla copertina di quel libro. Non tanto perché mi sposto lentamente o perdo molta bava dalla bocca (anche se a volte sputo mentre parlo), ma perché sono interiormente lento. Sono lumaca dentro, arrivo tardi nel fare le cose perché penso troppo prima di agire. Altre volte, invece, non ci penso proprio, ma questo non mi fa essere veloce e istintivo, anzi, mi rallenta ancora di più perché rinvio, posticipo i pensieri e rimando le decisioni a Settembre. I cambiamenti rapidi mi turbano, quindi vado con clama: “Vuoi il motorino?” Pensiamoci su. “La patente?” Aspettiamo qualche mese. “Che regalo vuoi per la laurea?” Lentamente, molto lentamente, prenderò una decisione. Tutta questa lentezza, mischiata ad eccessiva razionalità e predisposizione all'insicurezza, mi ha sempre un po' infastidito.
La lentezza, infatti, viene comunemente considerata una qualità negativa: “Sei lento, muoviti!”, “Questo telefono è lento”, “Quel treno non lo prendo, è troppo lento”. Siamo abituati così, abbiamo scelto la velocità e oltre ai soldi cerchiamo di guadagnare sempre più tempo. Amiamo la rapidità, i fast food, le scorciatoie, l’alta velocità, bruciare le tappe e sogniamo costantemente il teletrasporto, la potenziale invenzione che ci permetterebbe di guadagnare il 100% del tempo: un sogno! Non c’è più spazio in questo mondo per lumache o tartarughe e il detto chi va piano va sano e lontano è ormai caduto in disuso, preferiamo andare forte, molto forte.
La lentezza, infatti, viene comunemente considerata una qualità negativa: “Sei lento, muoviti!”, “Questo telefono è lento”, “Quel treno non lo prendo, è troppo lento”. Siamo abituati così, abbiamo scelto la velocità e oltre ai soldi cerchiamo di guadagnare sempre più tempo. Amiamo la rapidità, i fast food, le scorciatoie, l’alta velocità, bruciare le tappe e sogniamo costantemente il teletrasporto, la potenziale invenzione che ci permetterebbe di guadagnare il 100% del tempo: un sogno! Non c’è più spazio in questo mondo per lumache o tartarughe e il detto chi va piano va sano e lontano è ormai caduto in disuso, preferiamo andare forte, molto forte.
Per questo mi ha colpito trovare accostate all’interno della stessa frase le parole importanza e lentezza. Qualche volta è giusto andare con calma? Se al mondo esistono le lumache, penso che un "Sì" deciso sia la risposta corretta a questa domanda, ma credo anche che i piccoli esserini viscidi, che si portano in giro la casa sulle spalle, se un giorno scoprissero la ruota e il motore a scoppio, forse non ci penserebbero due volte a cambiare la loro natura. Giusto, sbagliato, bianco, nero, non sono qui per dare giudizi, perchè amo le sfumature, so soltanto, però, che leggendo la bellissima fiaba di Sepúlveda mi è venuta voglia di camminare piano, di guardarmi intorno, di togliermi, ogni tanto, l’orologio dal polso. Ora è arrivato il momento che anche io parta per il mio viaggio oltre i confini del giardino e se un giorno riuscirò a scrivere Storia di Nico che scoprì l’importanza della lentezza, state certi che la condividerò con voi, qui sul Comò.
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