In bilico tra Sogno e Realtà (ancora)
Nopinion Leader
Rispetto ai sogni, credo sia importante averne, ma non rifugiarsi in essi come antidoto a una vita che non ci piace, vederla solo come potrebbe essere invece di come essa è. Quindi, frase fattissima, bisognerebbe vivere al meglio ciò che si ha perché, come dice Leibniz, “viviamo nel migliore dei mondi possibili” (e lo dice qualcuno - io- che molto spesso si dimentica di quello che ha, pensando e volendo cose che non esistono – e che, probabilmente, non esisteranno mai sulla terra). Quindi va bene sognare qualsiasi cosa e in qualsiasi cosa, basta stare attenti a non essere troppo “escatologici” nel farlo. Devo dire, però, che in Italia non è facilissimo sentirsi “accettati”: molto spesso la frustrazione prende il sopravvento, e si è sempre in battaglia con se stessi per capire se sia il mondo ad essere sbagliato, o il tuo modo di essere; solo che, chiunque sia il vincitore, per noi non ci sarà alcun vantaggio. Quindi sogniamo, puntiamo in alto, per una prospettiva nuova!
Sono passati sette giorni, ma siamo ancora in bilico tra i sogni color pastello e la realtà in scala di grigio. Volare con la mente, quindi, o restare con i piedi per terra? Nella prima parte abbiamo ascoltato i pensieri di Cixi, Francesco e Caterina, che sono venuti in mio aiuto, cercando di rispondere alla difficile questione. Oggi, grazie a nuovi ospiti, la ricerca dell'equilibrio continua.
Le regole sono le stesse: 3 giovani (diversi) e 2 domande (uguali).
1. Domanda di fantascienza: Se oggi ti offrissero un contratto a tempo indeterminato (non ridere) per un lavoro che, però, non rappresenta esattamente quello che vorresti fare, tu che cosa risponderesti?
2. Inseguire i sogni o restare con i piedi per terra? Pensi sia più giusto non smettere mai di crederci o volare basso e non costruire castelli in aria?
Nato a Roma il 18/11/1989. Faccio l'attore (tipo in The Pills, Zio Gianni...), ma sono anche uno studente a tempo perso diciamo.
Mi piacerebbe da morire campare con questo mestiere, ma mi rendo conto che diventi sempre più difficile. Non per questo, però, si smette di provare. Domani non accetterei un contratto a tempo indeterminato per un lavoro che non mi piace, cercherei in tutti i modi di portare avanti ciò che amo giocandomi il tutto per tutto.
Sono convinto che a forza di insistere da qualche parte si arriva, forse non dove si sognava di arrivare ma qualcosa la si crea. In ogni caso sposo a pieno la filosofia: Don't stop to believe. Non cercare il lavoro, ma sarà il lavoro a cercare te. Dopo sta cazzata, un saluto e in bocca a lupo a tutti.
Ho 20 anni, vivo a Melegnano e sono pasticcerà (la ricordate tra i banchi di Bake Off?).
Per quanto riguarda il lavoro, dipende... ora come ora non accetterei, la mia passione è la pasticceria e ho un sogno ben preciso in testa e determinati obbiettivi che intendo raggiungere. C'è un "Ma" , in un periodo come questo... dove il lavoro non si trova facilmente, nel caso in cui non trovassi davvero nulla preferirei lavorare e adattarmi ad un lavoro che magari non mi piace ma almeno portare a casa dei soldi. Soldi che mi potrebbero aiutare a studiare per la mia passione, farmi crescere e di conseguenza permettermi di intraprendere poi la strada del mio sogno. Una cosa è certa, seppur io continui il lavoro che non mi piace nel frattempo di certo non mi arrenderei e continuerei a cercare il lavoro di pasticcera.
Forse per la mia storia, forse per quello che ho vissuto continuo a dire che non bisogna mai pensare di abbandonare un sogno, è vero c'è la probabilità di fallire, è vero è difficile, è vero le strade soprattutto per un sogno che sembra davvero irrealizzabile sembrano non aprirsi subito ma se c'è la passione, se c'è la voglia di arrivare in qualsiasi caso, in qualsiasi modo allora i sogni è proprio vero che diventano realtà.
Ho 23 anni, abito a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia e mi sono laureato l'anno scorso in Storia e Civiltà Orientali a Bologna.
Meno male che non me l'hanno offerto un contratto! O meglio, non è che non prenderei un lavoro a tempo indeterminato, qualsiasi esso sia (a prescindere da cosa si tratti, fosse anche la cosa che mi piace di più – ma poi cos'è questa cosa che mi piace di più?- rimarrebbe sempre un po' di angoscia latente per il semplice fatto che avrebbe quantomeno la prospettiva di dover durare per sempre), ma lo accetterei per le cose che potrei fare con un lavoro a tempo indeterminato: un appartamento, una macchina (una relativa indipendenza, insomma), una sposa persiana...
Rispetto ai sogni, credo sia importante averne, ma non rifugiarsi in essi come antidoto a una vita che non ci piace, vederla solo come potrebbe essere invece di come essa è. Quindi, frase fattissima, bisognerebbe vivere al meglio ciò che si ha perché, come dice Leibniz, “viviamo nel migliore dei mondi possibili” (e lo dice qualcuno - io- che molto spesso si dimentica di quello che ha, pensando e volendo cose che non esistono – e che, probabilmente, non esisteranno mai sulla terra). Quindi va bene sognare qualsiasi cosa e in qualsiasi cosa, basta stare attenti a non essere troppo “escatologici” nel farlo. Devo dire, però, che in Italia non è facilissimo sentirsi “accettati”: molto spesso la frustrazione prende il sopravvento, e si è sempre in battaglia con se stessi per capire se sia il mondo ad essere sbagliato, o il tuo modo di essere; solo che, chiunque sia il vincitore, per noi non ci sarà alcun vantaggio. Quindi sogniamo, puntiamo in alto, per una prospettiva nuova!
Ed eccomi qui, ancora in sospeso tra il sogno e la realtà, in bilico su un filo mal tirato, con le braccia aperte per non perdere l'equilibrio. Avevo detto che in conclusione avrei tirando le fila del discorso, ma non credo lo farò. Non avrebbe senso aggiungere altre parole a quelle dei nostri sei nopinion leader per un giorno (che ringrazio di cuore), né tanto meno cercare di dare una soluzione unica a un problema che evidentemente non ce l'ha.
Forse, però, la risposta che stavo cercando è più vicina di quanto potessi immaginare, proprio come quando cerchi per tutta la camera il carica batterie del telefono e poi scopri che era proprio lì, sotto il tuo naso. Sul mio braccio, infatti, tra peli e inchiostro ecco spuntare la soluzione, sotto forma di tatuaggio a tempo indeterminato: un albero. Ed è con quest'immagine che voglio terminare questo sconclusionato e caotico viaggio tra sogno e realtà.
Questo vox populi senza capo né coda si conclude con un albero, immagine (ammettiamolo) almeno più rassicurante e serene rispetto all'equilibrista precario con il quale abbiamo iniziato. Pini, Querce, Faggi e Castagni: loro sì che hanno capito come si vive veramente. Un albero, infatti, per essere forte e rigoglioso deve crescere in due direzioni: verso il basso e verso l'alto. Per poter crescere verso l'alto, deve mettere radici sempre più salde e profonde nel terreno, solo così i rami possono sognare di toccare il cielo con le loro foglie. Nell'albero convivono il sogno e la realtà in una forma perfetta, quasi simmetrica. Quindi la soluzione è proprio lì, sotto l'albero del tuo giardino. (mi scuso per questo finale troppo spirituale, indie, naturalistico e vegano, ma vi assicuro che nessun profilo Twitter di Flavia Vento è stato saccheggiato per scrivere questo articolo).
Forse, però, la risposta che stavo cercando è più vicina di quanto potessi immaginare, proprio come quando cerchi per tutta la camera il carica batterie del telefono e poi scopri che era proprio lì, sotto il tuo naso. Sul mio braccio, infatti, tra peli e inchiostro ecco spuntare la soluzione, sotto forma di tatuaggio a tempo indeterminato: un albero. Ed è con quest'immagine che voglio terminare questo sconclusionato e caotico viaggio tra sogno e realtà.
Questo vox populi senza capo né coda si conclude con un albero, immagine (ammettiamolo) almeno più rassicurante e serene rispetto all'equilibrista precario con il quale abbiamo iniziato. Pini, Querce, Faggi e Castagni: loro sì che hanno capito come si vive veramente. Un albero, infatti, per essere forte e rigoglioso deve crescere in due direzioni: verso il basso e verso l'alto. Per poter crescere verso l'alto, deve mettere radici sempre più salde e profonde nel terreno, solo così i rami possono sognare di toccare il cielo con le loro foglie. Nell'albero convivono il sogno e la realtà in una forma perfetta, quasi simmetrica. Quindi la soluzione è proprio lì, sotto l'albero del tuo giardino. (mi scuso per questo finale troppo spirituale, indie, naturalistico e vegano, ma vi assicuro che nessun profilo Twitter di Flavia Vento è stato saccheggiato per scrivere questo articolo).
Mi è piaciuto molto questo post perchè, a parte un amico, sono circondata da estremisti del "campare senza sognare"; agnelli sacrificali del tempo indeterminato che vedono le passioni come un unicorno rosa.
RispondiEliminaE invece c'è chi vive rincorrendo quell'unicorno.
Credo che tutto stia nella sincerità con se stessi e nella capacità di riconoscere il punto di resa: una volta stabilito, perchè non sognare al massimo prima di arrivarci?
Alice
Grazie Alice! Concordo, se sei consapevole e sai fino a dove puoi spingerti allora rincorrere gli unicorni rosa non mi sembra poi così folle...
Elimina