Fissare il cielo, una nobile occupazione

Un caffè a tavolino 

                       

Nel blu dipinto di blu tutto sembra migliore, più leggero, ogni sogno può diventare realtà fino a quando una voce non grida:

<Smettila di guardare il cielo!>

E proprio allora quando percepivamo di stare per partorire una geniale idea qualcuno o qualcosa ci richiama all'ordine, ovvero al mondo reale. 
A dispetto di quanto in molti pensano guardare il cielo, le sue nuvole, i suoi toni di blu che variano, non è un'occupazione futile, come non lo è contare le pecore per aiutarci a prendere sonno, giocherellare con i propri capelli quando ci troviamo in una situazione imbarazzante oppure rimanere incantati a guardare il vuoto per qualche istante per assentarci, più o meno volontariamente, da una conversazione. 


Osservare il cielo ci fa alzare lo sguardo da terra quando camminando fissiamo le nostre scarpe, o quando, dietro alla scusa di controllarci la ceretta alle gambe, non abbiamo il coraggio di alzare con fierezza il nostro sguardo. 

                               

Il richiamo del blu sopra di noi ci fa fare ginnastica al collo, sempre piegato in basso verso lo schermo dei nostri amati-odiati cellulari oppure sempre in posizione eretta per farci tenere fissi gli occhi sullo schermo di un computer. 

Scrutare le nuvole bianche allena la nostra fantasia, tutti noi abbiamo giocato a dare loro una forma ed ecco apparire un orso, una nave perfino la bidella dalle forme morbide. 

Ammirare un tramonto ci fa sentire più romantici, anche se gli amici ci definiscono i più acidi uomo o donna-repellenti, come non sciogliersi davanti alle sfumature calde del sole che lascia spazio alla luce lunare? 


Poi ci si perde nel cielo notturno, che non è mai nero, ma sempre blu illuminato da milioni stelle, visibili in numeri infiniti appena ci allontaniamo dalle luci artificiali della città; fissando la luna ci siamo tutti sentiti un po' Leopardi che la interrogava sulle sofferenze e sul dolceamaro destino dell'uomo su questa Terra, sì perché la luna ci fa sentire poeti. Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, / Silenziosa luna? 

Il cielo che rinasce all'alba di ogni giorno, albe che nella vita di chi non svolge lavori notturni sono spettacoli troppo rari, tornando da una serata in discoteca, la notte di Capodanno, ecco le albe che ci concediamo prima di buttarci sul letto poche ore, ma alle prime luci del giorno dovremmo dedicare un'attenzione maggiore, solo qualche volta, altrimenti il blu ce lo ritroveremo sulle borse sotto gli occhi, per ricordarci che guardare il cielo è una gran cosa, non è una perdita di tempo, se mai una perdita di coscienza di se stessi davanti a qualcosa di più grande che può farci aspirare all'infinito, tanto caro a Leopardi. 

La prossima volta che qualcuno vi rivolgerà l'imperativo: <Smettila di fissare le nuvole!>, se non vorrete recitare a memoria L'infinito, avrete una lista di motivi da sparare a raffica e zittire il guastafeste, magari convincerete un'altra persona a fermarsi un attimo in silenzio e godere del blu che tutti giorni è sopra di noi. 

                                 

Il consiglio del giorno? Beh, ovvio: alzate lo sguardo. 

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