Sole e letture silenziose ai Giardini
Fuffa del Mercoledì
Sole. Giornale nella shopper Comò Mag. Pausa pranzo. Cerco un posto dove mangiare qualcosa di leggero all'ombra di un bell'albero senza alcuna pretesa di voler emulare i pastori virgiliani delle Bucoliche.
Quasi automaticamente la mia vista si dipinge di verde, desiderosa di colori naturali dopo l'ossessivo bianco degli uffici, sono ai Giardini Pubblici.
È la cosiddetta ora morta, quella del pranzo e della "pennichella" sul divano, che segue per i più fortunati, ma io la chiamerei "ora della pace", perché questa fascia oraria di lugubre non ha proprio nulla a partire dai raggi solari che arrivano più diretti sulla Terra.
C'è poca gente in giro, il tempo sembra scorrere meno affannosamente quando l'atmosfera è più quieta, qualche bambino instancabile si dondola sull'altalena o sul cavallino di legno rosso del parco giochi, mettendo a dura prova la pazienza dei nonni. Ho trovato il mio locus amoenus per la mia ora di pace.
Un toast, una spremuta, acqua gasata e per finire un caffè (sempre quello che dà il nome a questa rubrica) per scacciare il torpore che la frescura dell'ombra inevitabilmente deposita su di te.
Mi gusto la lettura silenziosa su questo tavolino argentato senza guardare l'orologio per assaporare la lentezza, ma senza assentarmi troppo dal mondo reale e dai miei doveri poiché la puntualità è una dote da preservare.
Leggo e penso, penso e leggo in un giardino urbano che colora e rinfresca il centro città, anche le bicicletta qui fanno meno rumore.
Argh! Un arrivederci senza apostrofo.
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